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Città di fabbriche, Milano è stata città di recinti. Ai
recinti Ansaldo, Breda, Innocenti e ancora altri si è innestata, fortissima,
quella che fu detta la cintura di ferro delle linee ferroviarie e degli scali.
Dall’abolizione della piazza d’armi è nato il Parco
Sempione, dove l’Arena resta a testimoniare una prima vocazione sportiva dell’area.
La conversione di alcuni scali, come quello di Porta
Vercellina, ha dato in passato un risultato eccellente, come è via Dezza,
lasciando in sospeso un vasto spiazzo adibito a parcheggio il necessario
raccordo tra l’area verde dove sorge il collegio Leone XII, che riceverà grandi vantaggi dall’installazione
di una sede dell’Accademia di Brera e dall’interramento della linea della Nord,
e il Parco Sempione.
Quando un raccordo sarà attato, si toglierà almeno uno dei
recinti interni, costituito dalla caserma di via Mascheroni.
L’esperienza dei recinti rimossi incoraggia a vedere la
conversione della cintura di ferro nel complesso dello sviluppo non più
concentrico della città.
Si tratta del maggiore impegno di Milano nella prima metà
del XXI secolo e credo che vadano scartate le proposte ideologiche più
accattivanti, in favore invece d’uno studio accurato delle aree e della loro
potenzialità.
Sono padre d’un urbanista, ma non sono urbanista io e mi
rendo conto comunque della necessità d’uno studio approfondito zona per zona.
Carlo Bertelli
1) Ugo La Pietra, Sistema disequilibrante, Verso il centro, Milano, 1969, Modello di comprensione
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